A proposito di feedback, vi voglio mostrare questa critica al vetriolo che un utente postò qualche tempo fa su Facebook -e di cui non faro' nome per tutelare la sua privacy- quando tradussi un articolo di Blanche Barton dal sito della Church of Satan che spiegava perchè i Satanisti si definissero proprio Satanisti piuttosto che altro. Riporto testualmente il suo intevento:
"Riassunto:
Noi
satanelli siamo rimasti bloccati alla fase di ribellione adolescenziale
e non abbiamo la forza mentale per liberarci totalmente dall'influenza
cristiana, anche se diciamo il contrario per fare i fighi.
Gesù, Dio, la bibbia e tutte quelle
cose lì sono ancora profondamente radicate in noi... altrimenti ci
saremmo chiamati "Asuranismo", oppure "Lokismo" o magari
"Discordianesimo non satirico" ecc... o ancora meglio avremmo usato nomi
neutri che rimandano al concetto di "Avversario che si oppone alla
norma", senza alcun richiamo specifico ad altre correnti religiose. Per
coerenza non avremmo rivendicato una identità religiosa dato che è solo
un modo di pensare e vivere, e ovviamente non avremmo fatto una serie di
rituali e pantomime varie.
Ma invece no.
Proprio
"satana"... proprio identità religiosa... proprio l'uso di rituali e
quindi di tutti quei simboli appartenenti al panorama giudaico-cristiano
che tanto ammiria... hem... disprezziamo."
Questa persona ha evidentemente frainteso -se in buona fede o meno, solo lui lo sa-, non solo cosa la Barton intendesse -capendo l'esatto contrario di quello che ha cercato di spiegare, ma tra poco ci arriveremo-, ma avendo una comprensione estremamente superficiale e travisata di cosa, il Satanismo, nella sua essenza, è in primo luogo.
Tuttavia, un Satanista adora la critica -quando costruttiva e non sterile e partigiana-, non solo nel farla, essendo egli per primo un Accusatore proprio come Colui che emula, ma anche nel riceverla, in quanto occasione feconda per confrontarsi e mettersi in discussione e quindi maturare, affinare, evolvere - e perchè no, anche rivalutare le proprie posizioni dove sia davvero ritenuto il caso. Come un alchimista quindi, filtrero' questo commento pieno di sarcasmo e livore, trasmutandolo metaforicamente dal piombo in oro, ovvero, cogliendo le critiche sostanziali utili, confutandole, e ignorando le provocazioni puerili che vi fanno da contorno, come modo di riflettere, spiegare e approfondire il reale senso del Satanismo non solo per chi mi legge, ma in primis a me stesso, ringraziandolo quindi di darmi l'occasione di "fare luce in mezzo alle tenebre" dell'ignoranza, proprio come Lucifero, il Portatore di Luce per eccellenza.
Costui dice che "non abbiamo la forza mentale per liberarci totalmente dall'influenza cristiana, anche se diciamo il contrario per fare i fighi." e che sono ancora "Profondamente radicate in noi".
Primo fraintendimento - Il Satanista è realmente liberato dall'influenza cristiana proprio perchè -anche se sembra un paradosso controintuitivo, ma ha invece perfettamente senso se ci pensiamo bene- è libero di usare quella simbologia, a proprio personalissimo uso e consumo, non perchè costretto, ma perchè è naturalmente portato a sentirsi emozionalmente gratificato quando vede quei simboli, perchè fanno riferimento a qualcosa con cui si sente relazionato per il significato che portano. Il Satanista è libero quindi di usare -e anche non usare- un'estetica e un gergo culturale che richiami al mondo giudeocristiano -re-interpretandolo ovviamente a modo proprio, e cioè in senso Satanico-, allo stesso modo in cui un razionalissimo ateo è libero di studiare e apprezzare l'arte sacra, di contemplare la magnificenza dell'architettura delle Chiese, di essere un filologo che sa a menadito in lingua originale il pensiero e gli scritti in tutte le sue varianti testuali di ogni agiografo biblico o Padre della Chiesa perchè parte del patrimonio culturale dell'umanità, o ancora più banalmente, che sia libero di impersonare un Chierico che invoca angeli e divinità in una sessione di gioco di ruolo di Dungeons & Dragons, nonostante non creda al sovrannaturale, al magico, a spiriti o divinità, o che la Bibbia sia per lui un testo di prescrizione morale, ma solamente perchè, per un motivo o per un altro, l'uso dei simboli o della fruizione di alcuni prodotti della cultura giudeocristiana, nei suoi vari aspetti, diventa un motivo di gratificazione intellettuale ed emotiva per lui. Per questo a un Satanista non crea nessun disagio avere una propria "Bibbia" -con gioioso intento di satira e sberleffo al mondo cristiano tra l'altro-, riferirsi alle immagini e al mito dell'angelo caduto, o di fare finta di fare un'evocazione demoniaca all'interno dello psicodramma di un rituale satanico, perchè è perfettamente consapevole che tutto fa parte di un enorme, grandioso gioco, il cui principale scopo è quello di sentirsi psichicamente bene con se stessi, pur agendo e pensando in maniera perfettamente asettica e scientifica in ogni altro aspetto della propria vita. Fantasia e realtà, estro creativo e pensiero logico, emotività e ragione sono due aspetti parimenti importanti per l'equilibrio psicofisico umano ed è solo grazie ad un corretto bilanciamento dei due -sapendo distinguerli ognuno nel proprio contesto opportuno- puo' esserci l'uomo pienamente compiuto e realizzato, il quale, senza uno di essi, risulterebbe scompensato e mutilato. Come diceva
Goya «La fantasia priva della ragione genera impossibili mostri: unita
alla ragione è madre delle arti e origine di meraviglie».
Rifiutare l'uso a priori, in qualsiasi senso o significato di questi simboli, è invece proprio l'atteggiamento del monoteista abramitico iconoclasta esclusivista che si sentirebbe "sporco" nell'usarli perchè cosi' si sentirebbe di tradire la propria ideologia religiosa (non a caso il secondo comandamento di Yahwè proibisce agli israeliti il semplice uso dell'immagine e dello scolpire di qualsiasi cosa esistente sul cielo e nella terra proprio perchè distraerebbe loro dall'esclusiva adorazione che possono solo al loro gelosissimo e possessivo Signore -vedi Esodo 20 e Deuteronomio 5). Quindi se un Satanista avesse timore a dirsi Satanista e di fare uso dell'immaginario giudeocristiano per via del disprezzo che ha di questo, sarebbe esattamente uguale, nella forma mentis, all'ebreo, protestante o islamico che si rifiuta di fare uso di immagini, usi, costumi o oggetti pagani o comunque non del proprio culto, in quanto li disprezzerebbe anch'egli come forme di religiosità nemiche a priori ai propri valori. Sarebbe esattamente quello di cui il Satanismo mette in guardia e critica aspramente, e cioè essere dei "cristiani rovesciati", che non solo fanno uso dei simboli e l'estetica giudeocristiana ma che realmente ne rimanga invischiato anche nelle basi fondamentali del pensiero e dell'azione, nonostante l'apparente opposizione nel dirsi sedicenti Satanisti. Ma come abbiamo visto il vero Satanista non si pone questi problemi -a dimostrazione del fatto che è veramente diverso da loro- e rincaro la dose con la testimonianza di questo Satanista che spiega perchè, nonostante si dichiari ateo, ha deciso di appassionarsi ai vari miti umani e dell'archetipo del Dio cornuto in particolare:
"Ora, come tutti voi ben sapete sono ateo, eppure ho una passione e un amore profondo per la mitologia e gli archetipi simbolici pagani che contribuiscono a rendermi il Satanista che sono. Come è possibile, voi chiedete? Perchè la mitologia è importante, una società senza il mito è morta. Potreste pensare come sia possibile che un individuo razionale e scientifico come me difenda i miti pagani, eppure non difende le mitologie di, ad esempio, Cristianesimo, Ebraismo e Islam. E la risposta è che io difendo le mitologie di tutte le fedi, senza credere letteralmente in nessuna di queste, o accettarle nei termini di fatti scientifici o di logica razionale. Per me tutte le divinità, simboli, archetipi ed entità inconscie all'interno dell'inconscio collettivo dei sogni e l'immaginazione non sono altro che i residui di fantasia che il nostro inconscio fa emergere per fruirne, come quando ascoltiamo musica popolare o passiamo il tempo in compagnia con altri per condividere le stesse risonanze simboliche e connessioni emozionali. Non sono più di tutto questo, ma è proprio questo che rende i miti ancora più affascinanti.
Pan, Cernunno, Fauno, Dioniso, Satana, sono tutte rappresentazioni della natura umana nuda e cruda, il freudiano Es, l'ombra Junghiana e io non reprimo quest'ombra. Li abbraccio come il nucleo, il cuore, il fondamento stesso della mia natura. Questi archetipi non sono altro che i diversi aspetti della mia mente inconscia, non sono entità reali, ma mere personificazioni simboliche e assimilazioni della mente umana (...) Il Mito è quel potere che può essere utilizzato per avanzare da una posizione iniziale del non avere credenze in nessuna divinità sovrannaturale, fino al punto in cui le divinità diventano metafore simboliche della personalità interiore di ognuno e la mente inconscia. Possono essere piegate secondo la nostra volontà, e non per essere ignorate dal Satanista, ma abbracciate per una piena comprensione della loro importanza e valore."
E per quanto riguarda il dirsi Satanisti per definirsi "fighetti", lascia il tempo che trova. Certamente di "fighetti" che tentano di appropriarsi di denominazioni esotiche e di nicchia per fare i finti anticonformisti o come dicono gli inglesi "poser", ne ritroviamo in tutte le religioni, filosofie e movimenti politici di sorta; Sono sicuro che il nostro amico non riconoscerebbe come autentici buddhisti o come parte del buddhismo i cosidetti fighetti che si fregiano di questo titolo solo perchè va di moda e poi non sanno nulla di quel culto. Cosi' anche i veri Satanisti prendono, hanno sempre preso, e sempre prenderanno le distanze da tutti gli idioti che da sempre hanno strumentalizzato e strumentalizzeranno il Satanismo per i motivi più stupidi e abietti; d'altronde siamo i primi a dire che i nostri veri nemici non sono nemmeno i cristiani ma coloro che si dicono Satanisti e, infangandone la reputazione, non lo sono mai stati affatto. Ma vorrei vedere con che coraggio il nostro amico sarebbe capace di dire questo in faccia a tutti coloro che, a causa della loro naturale vocazione al Satanismo -perchè Satanisti si nasce e non si diventa-, sono stati ostracizzati e perseguitati dalla scuola, la famiglia, il mondo del lavoro, dalla società in generale. Una società talmente assoggettata dalla propaganda cristiana, che di Satanismo nei media non si parla mai se non facendone propaganda di terrorismo psicologico in forma settaria e criminale o criminogena -quei fenomeni condannati dai veri Satanisti stessi e che rientrano in parte a quanto dicevo prima-, lasciando la parola a migliaia di esorcisti, preti o criminologi della curia e mai ai diretti interessati in un regolare dibattito con diritto di replica. E che dovremmo dire dei Satanisti d'oltreoceano, come quelli del Satanic Temple in America, che si espongono in prima persona per delle battaglie politiche sui diritti civili e la libertà religiosa che sono purtroppo inquinati, impediti o ostacolati dalla grave ingerenza cristiana che vige con ingiusti e immeritati privilegi nelle sedi pubbliche e istituzionali della società USA? Se l'autore di questa critica conosce anche queste tristi e drammatiche realtà, perchè non le cita? Se è perchè non le conosce, allora rimedi alla sua ignoranza e si informi in cosa il Satanismo realmente sia prima di sparare a vuoto; ma se sa queste cose e le ignora deliberatamente, allora le sue parole sono un ignobile insulto sul dolore, la sofferenza, il sudore e il sangue di tutti coloro che, oppressi da un ambiente cristiano, viene loro impedita la facoltà di essere liberi e felici secondo i loro modelli e valori e senza in questo fare del male a nessuno, se non alla mente ottenebrata dei fanatici ignoranti che hanno paura del diverso, perchè gli è stato insegnato a odiarlo in quanto tale, come è stato infatti sempre stato considerato storicamente Satana dalla Chiesa, cioè tutto cio' che si muovesse fuori dai suoi tracciati e dogmi.
Costui dice ancora "altrimenti ci saremmo chiamati "Asuranismo", oppure "Lokismo" o magari "Discordianesimo non satirico" ecc... o ancora meglio avremmo usato nomi neutri che rimandano al concetto di "Avversario che si oppone alla norma", senza alcun richiamo specifico ad altre correnti religiose. Per coerenza non avremmo rivendicato una identità religiosa dato che è solo un modo di pensare e vivere, e ovviamente non avremmo fatto una serie di rituali e pantomime varie. "
Secondo Fraintendimento. Riporto ancora una volta le parole stesse di LaVey che risponde precisamente proprio a questo tipo di obiezione:
«Satana è quel nome nel culto giudeo-cristiano, per indicare in realtà la forza dell'individualismo e orgoglio che risiede in noi. Ma la forza stessa è stata chiamata sotto molti nomi. Abbracciamo i miti cristiani di Satana e Lucifero, assieme alle interpretazioni sataniche delle mitologie Greche, Romane, Islamiche, Sumere, Siriane, Egizie, Cinesi o Indù, tanto per nominarne alcune. Noi non siamo limitati ad una sola divinità ma comprendiamo tutte le espressioni dell'Accusatore o di colui che sostiene il libero pensiero e le alternative razionali, a prescindere da come venga chiamato in qualsiasi tempo o terra in particolare. Siccome è capitato che vivessimo in una cultura prevalentemente giudeo-cristiana, è dunque per questo che mettiamo enfasi proprio su Satana. Ma se fossimo vissuti ai tempi dei Romani, la figura centrale e perfino il nome stesso della nostra religione, sarebbe stato diverso. Ma quel nome esprimerebbe e comunicherebbe comunque gli stessi identici concetti. E' solo il contesto storico a fare la differenza.» (Anton LaVey, The Secret Life of a Satanist)
E, a conferma, che infatti, il Satanista è veramente libero di usare tutti gli archetipi dei miti che vuole, e non solo del Satana giudeocristiano, ricordo infatti che LaVey non si è fatto problema alcuno a fare riferimento alle divinità ctonie inventate da Lovecraft nel suo "Satanic Rituals" o che Gilmore nel suo "Satanic Scriptures" riporta invece riti invocanti anche Loki o altre divinità nordiche. Satana è semplicemente il nome più funzionale e riconoscibile in questa società, perchè un "Ahriman", un "Mara" o un "Loki" non avrebbero lo stesso impatto culturale di "colui che dissente dallo status quo dominante", che in questa società è quello cristiano appunto. Ma non mi stanchero' mai di ripetere che quello di definirsi formalmente Satanisti è una convenzione culturale appunto, e che, avendo accennato prima che Satanisti lo si è per natura, lo si è anche non sapendo nulla della figura di Satana, ma agendo in maniera difforme dal resto di una società conformista omologatrice, proprio come il Satana giudeocristiano ha agito in maniera difforme alla volontà dell'ordine divino dell'universo di Geova. Il Satanista è chi esprime la sua vera libertà in accordo ai suoi veri e più autentici desideri inscritti nella sua natura, per questo se i suoi desideri di autorealizzazione collidono con le regole e aspettative sociali, sarà i primi a voler far prevalere, per riuscire a godere di una vita degna di esser vissuta, e il risultato di questo è un inevitabile antagonismo e opposizione a chi o cosa invece, gli impedisce la vera felicità, da qui il più profondo senso di dirsi Avversari, perchè con il dissenso hai modo di esprimere la tua volontà di emancipazione, autonomia e libertà fisica e intellettuale, la tua unicità che in quanto tale non è incastrabile nel sistema predefinito delle società degli uomini. Il Satanista formale, avendo compreso questo, diversamente da quello semplicemente "de facto" abbraccia liberamente, volontariamente e consapevolmente l'immagine dell'Avversario, non solo come rappresentazione simbolica del meglio di noi, e cioè della nostra identità pienamente realizzata, ma anche a causa magari dell'amore per una letteratura e cultura romantica su Satana narrata dai poeti europei degli ultimi trecento anni a oggi, una cultura e tradizione che il Satanismo eredita, approfondisce, ridefinisce, amplia e fa infine proprio. Un sentimento che parla all'umanità in un linguaggio antico e immortale, quello del mito, degli archetipi e dell'inconscio collettivo che continuerà ad ispirare gli apologeti della propria ombra psichica e del lato oscuro ieri come oggi, in migliaia di forme ma che in profondità celano, in fondo, la stessa sostanza.
Ultima riflessione : Il Satanismo, proprio perchè in autentica antitesi alle religioni che il nostro utente accusa i Satanisti di esserne schiavi, al contrario di queste, e anche di qualsiasi dottrina o ideologia dogmatica o totalitaria, non ha la pretesa di fornire un'unica e sola "via, verità e vita" come diceva qualcuno, uguale per tutti, altrimenti pena la minaccia del rogo eterno di un ardente inferno in questa vita o l'altra- il Satanismo non è per tutti, non ha la pretesa di volerlo essere, nè si vuole dimostrare migliore degli altri, e se il nostro autore non si riconosce nei valori e modi di pensare satanici e preferisce, chesso', l'induismo ad esempio, buon pro gli faccia allora. Il Satanismo è la filosofia dell'individualista pragmatico e razionale che, vedendo e riconoscendo nei simboli del Culto, il riflesso di Se Stesso - essendo il Satanismo innanzitutto il Culto della Conoscenza di Sè e della gratificazione dell'Ego, e dell'essere padroni della propria vita - e quindi essere il Dio di Se Stessi- decide con gioia di abbracciarli perchè vicini al suo essere e sentire, a quello che realmente è - e usa con consapevole cognizione di causa questo simbolo in questa società come sfida e protesta culturale per sovvertire l'intero paradigma per cui si sorregge ancora questo sistema - innanzitutto rivalutare coloro che ti vengono indicati nemici da odiare. E in un tempo di crisi e clima politico grigio di fascismo, intolleranza al diverso e xenofobia, Satana rappresenta la rivalutazione critica e razionale anche degli oggetti in odio alle masse e il cosidetto "popolo" - o almeno, è cosi' certamente per me.
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