Il Dio romano, Lucifero, il Figlio dell'Aurora, era il Portatore di Luce, lo Spirito dell'Aria, la personificazione della luminosità della Conoscenza che spazza via le Tenebre dell'Ignoto e ogni falsità.
Nella mitologia cristiana, Egli è divenuto sinonimo di malvagità, la quale era solo un espediente per poter perpetrare fumose definizioni e ridicoli valori!
E' tempo di sistemare le cose.
Falsi moralismi ed occulte inesattezze devono essere corretti!
Divertenti come possono essere, le molteplici storie e le favolette circa il culto del diavolo devono essere riconsciute come tali obsolete assurdità.
E' stato detto "la Verità renderà gli uomini liberi".
La verità, da sola, non ha mai reso libero nessuno.
Soltanto il Dubbio può provocare l'emancipazione mentale.
Senza il meraviglioso elemento del dubbio, la porta attraverso cui passa la Verità, sarebbe chiusa a doppia mandata, indifferente alla maggior parte dei vigorosi colpi di migliaia di Luciferi
Quanto è comprensibile che le sacre scritture abbiano imputato il monarca infernale di essere il "padre delle menzogne", un magnifico esempio di inversione di ruolo.
Se uno crede all'accusa teologica che il diavolo rappresenta la falsità, allora dovrebbe sicuramente essere d'accordo che fu Lui e non dio, a stabilire tutte le religioni spirituali e che scrisse tutte le cosidette "Sacre Bibbie"!
Quando un dubbio è seguito da altri dubbi, la bolla, enormemente cresciuta per le menzogne accumulate, rischia di esplodere.
Per coloro che già dubitano le presunte verità, io sarò la Rivelazione!
Allora Lucifero sorgerà!
Ora è tempo di dubitare!
La bolla delle menzogne è esplosa ed il suo schianto è l'Urlo del Mondo!

martedì 14 settembre 2010

-INNO AL LEVIATHAN-



-I-

Puoi tu prender il Leviathan con l'amo,
e tener ferma la sua lingua con una corda?
Lo attirerai forse con un richiamo,
senza che la serpe insidiosa ti morda?
Lo terrai a bada con la lenza,
sfiderai forse la sua pazienza?
Ne trafficheranno i mercanti,
lo spartiranno tra loro i commercianti?
Diverrà oggetto di scambio con gli stranieri,
vorranno le sue parti anche i forestieri?
Credi forse di catturar il Leviathan o umano,
e in un gran acquario lo imprigionerai?
Avanti, stendi su di Lui la mano:
al ricordo della lotta, non riproverai!

-II-

Avrà pietà delle tue suppliche,
ascolterà forse le tue preghiere?
Lo domerai con arti diaboliche,
lo annovererai fra le tue fiere?
Crivellerai di dardi la sua pelle,
spererai forse di ridurlo imbelle?
In ceppi e catene lo terrai prigioniero,
 in un corteo di danze lo mostrerai fiero?
 Pensi forse di rinchiuderlo in una gabbia,
credi davvero di contener la sua rabbia?
Farà con te Egli un patto,
perchè ti serva nel freddo inverno?
Stipulerà con te un contratto,
perchè ti sia fedele anche in eterno?
Non illuderti, non lo domerai affatto:
ti farà patire invece le pene dell'Inferno!

-III-

Ecco, la tua speranza è fallita,
basta scorgerlo ed uno soccombe;
Basta un gesto ed è per sempre finita,
stronca la tua vita quando Egli incombe.
Il solo nominarlo incute il timore,
al solo vederlo assale di orrore;
Davanti a lui danza il terrore,
in una terribile festa balla la paura;
Innanzi a lui vieni meno per il solo fetore,
soccombi nello stendere alla sua lordura.
Chi spera di aggredirlo si sbaglia,
sfidare Lui è fare la corte alla morte;
Stima gli uomini come la paglia,
e in pugno stringe forte la loro sorte.
Nessuno è tanto audace da osare eccitarlo,
chi lo incontra non è mai più tornato vivo;
Chi sulla terra è capace di fermarlo?
Chi oserà sfidare un essere tanto cattivo?
Disperde gli uomini come una grande babele,
nessuno sopravvive al Leviathan spregevole e crudele.

-IV-

Non tacerò la forza delle sue membra e del suo vigore,
non passerò sotto silenzio la gloria del suo fulgore,
nè la sua potenza, nè la sua imponente struttura,
la sua gran forza o la bellezza della sua armatura.
il Leviathan striscia sibilante con fare pesante e lento,
la sua voce altisonante risuona come enorme portento;
Chi ha mai spogliato o penetrato la sua corazza,
chi ha mai sfidato i membri della sua razza?
Nessuno è in grado di squarciare la sua pelle,
nessuno può domare questa Bestia ribelle. 
Il suo corpo è formato da squame affilate,
tenute salde sotto stretto suggello;
Il suo dorso è irto di spine acuminate,
impresse ovunque, pronte per il gran flagello;
Superbe sono le file dei suoi scudi d'argento,
con scaglie armate di tante punte acute;
Rapisce le vittime in un violento tormento,
le vite che cadono nelle sue fauci sono perdute.
Allo stesso modo tratta giusto e malvagio,
tutti periscono divorati nel suo ventre;
 alla sua presenza impervesa il nubifragio,
chi finisce nelle sue mani è dannato per sempre.

-V-

Il suo respiro irradia sprazzi di luce,
giallo oro gli occhi, più splendenti dell'aurora;
Azzanna e minaccia con espressione truce,
se lo incontri allora è giunta la tua ora!
Scoppietta al suo soffio ustionante brace,
emerge dalle sue fauci una grande fornace;
Sprizzano crepitanti tizzoni infiammati,
zampillano travolgenti globi infuocati,
e con caligine ogni sua narice fuma;
Vampate di fuoco la sua bocca produce,
come stoppia bruciata boschi e campi riduce,
e in cenere tutto quanto consuma.
Tra i fumi di zolfo si scorge la sua presenza,
e la gola si infiamma di ardente calore;
di ogni forma di vita risucchia l'essenza,
tra i suoi denti aguzzi muoiono di terrore!
 Aspro e duro è il suo cuore di pietra,
atro e impuro, pieno di male;
Abita negli antri di una dimora cupa e tetra,
nei meandri di un oscuro baratro infernale,
in fondo, nel profondo, dentro gli abissi del mare.

-VI-

Ecco l'oceano, sterminato e immenso,
nulla nei mari avviene senza il suo consenso;
Vi ha regnato da remote ere immemori e oscure,
e vi regnerà ancora per tutte le epoche future;
Il Leviathan abbatte le navi, distrugge i velieri,
li affonda e sprofonda per i suoi divertimenti;
Fra le sue spire contorte li tiene prigionieri,
li brucia vomitando le sue fiamme ardenti;
la sua furia turba le genti, disturba le menti,
confonde i sapienti, annienta i potenti,
 al nulla riduce tutta la terra dei viventi;
annegano in pianto, dolore, lamento e mestizia 
e nel vortice di disperazione il Leviathan si delizia.
Artefice di gran danno, carnefice Tiranno,
principio, causa e fine di ogni male e inganno,
sradichi la vita, la passi al setaccio,
la strappi via dal mondo senza alcuna pietà;
Volto di fuoco, occhi di ghiaccio,
fonte, origine e genesi di ogni empietà.
A nulla vale rete, fiocina, uncino o arpione,
nessuno può vincere questo figlio di maledizione;
non affonda il fendente, non lo sfiora il tridente,
nulla è in grado di infliggergli dolore;
Perchè di tutti gli oceani Egli è il Signore,
di tutti gli abissi ne è il solo Padrone.

 -VII-

Feroce è il Dragone, pieno di sdegno,
da un trono di teschi regge il suo regno;
 Tremano i fondali al suo levare,
scuote le ossa il rimbombo del suo tuonare;
 Oscura il Sole la sua rabbia feroce,
assale l'angoscia verso questo essere atroce;
Terribile spavento induce il suo volto arcigno,
orribile tormento incute lo sguardo maligno;
Suscita orrore l'antico mostro straziante,
conduce al terrore il nemico ferito e agonizzante;
Insegue la preda lasciando scie di schiuma,
la divora riducendola in color cremisi spuma;
Se lo vedi mentre divampa la sua frenesia,
piomba su di te delirio, infarto, cecità e pazzia;
Stramazzi inerte all'esplodere della sua follia,
assisti impotente mentre t'infligge un'atroce agonia.
Con furia travolge, la sua immensità sconvolge,
stritola e sbriciola mentre fra le sue spire ti avvolge;
Una tripla rotante sono le fauci, di lame affilate,
taglienti rasoi che squarciano perfino il vento;
Sgorgano dalle falci ardenti le membra insanguinate,
mastica le carni, le maciulla in modo cruento;
non importa oramai quante volte dal dolore ti contorca,
perchè già sai che diverranno la tua tomba e la tua forca;
basterà per Lui infatti sferrare un solo colpo di zanna,
e irrevocabile segnerà il decreto della tua condanna.
Ogni creatura conosciuta sotto il cielo sconfigge,
e quelle sopra il cielo fino gli astri lontani trafigge;
Molteplici torture alle sue vittime infligge,
e addenta le prede con tenace tenaglia;
Nessuno in terra gli è pari in battaglia,
nessun vivente al mondo lo supera o lo eguaglia!

-VIII-

Lode a te, gigante ineffabile,
io ti esalto, colosso inviolabile;
Sinuoso ed austero è il tuo passo elegante,
ribolle nelle tue vene l'antico e nobile lignaggio;
presuntuoso e severo diviene il tuo volto arrogante,
aggredisci implacabile con il tuo morso selvaggio.
Tu sei la personificazione della fiera insolenza,
 l'incarnazione in terra della tremenda violenza;
di regale stirpe perpetua per tutta la storia,
Immortale Leggenda di sempiterna memoria.
Sopra tutti i sovrani ha prevalso la sua Maestà,
Tutto ha vinto riducendolo in sottomissione;
Perchè è al di sopra di ogni principato e autorità,
di ogni regno, potenza, impero e dominazione;
Sovrasta ogni altro nome che si possa nominare,
ogni altro essere vivente che si possa esaltare,
del passato, del tempo vigente e del secolo futuro,
del mondo presente e di quello imperituro.
No, nessuno sulla terra è come Lui,
ne ha immenso terrore l'intera Natura;
Soggiorna nei profondi anfratti bui,
dentro le viscere di una dimora oscura.
Basta un sussulto che si leva dalla fossa,
e assorda con lo screpitare del cumulo d'ossa;
Un solo colpo di coda forma una spirale letale,
risucchia le anime in un vorticoso mulinello;
Trascina in un irresistibile turbinìo mortale,
sprofondano in una voragine marinai e vascello;
Serpeggia schivo nell'oscura notte fra le onde,
Naviga furtivo fra gli scogli, ne insinua le sponde;
Tende l'agguato allo sventurato che tra le sue fauci divora,
l'attende il fato d'esser strangolato dalle sue stesse interiora!
Lo teme e ne geme ogni essere più altèro,
troneggia sopra tutte le bestie feroci,
di tutti i viventi ne fa un cimitero,
a tutti i senzienti infligge i tormenti più atroci;
di ogni mare regola i flutti, regna indomito su tutti,
i mortali che lo incrociano finiscono distrutti;
Domina incontrastato sopra ogni essere vivente,
Egli è il Re fra tutte le fiere più superbe!


-IX-

Quando si leva, tremano gli Dèi,
nell'Assemblea Divina tutti fremono di terrore;
Nessuno tiene testa alla potenza della sua Ira,
perfino la Corte Celeste in sudore di sangue traspira,
all'intensità del suo livore, al suo insaziabile rancore,
a quell'invicibile odio che divampa ovunque con  furore.
Al suo sussulto gli uomini restano smarriti,
al suo tumulto tutti i viventi rimangono atterriti;
La moltitudine di frecce non lo fa scappare,
no, neanche gli strali infuocati lo fanno ritirare;
Invano lo si attacca con ascia, spada e martello,
nemmeno la sente l'alabarda, la frusta o il coltello;
a nulla valgono lancia, giavellotto e corazza,
lo fa solo ridere il colpo della mazza,
e si fa sonore beffe del vibrare dell'asta;
con scherno deride ed alle truppe sghignazza,
senza pietà tutti quanti ammazza,
e la sete di sangue mai gli basta.
Il metallo reprime, ogni arma sopporta,
le legioni deprime e gli eserciti sconforta;
Abbassa la difesa, annulla ogni offesa,
frantuma e sfracella soldati di ogni sorta;
Indietreggiano le armate frotte, se ne arrendono le primizie,
retrocedono le navali flotte, in fuga si disperdono tutte le milizie;
suggella le vite umane con la morte in un macabro matrimonio,
è peggio del demonio, è lo scatenatore del pandemonio!
Guerreggia spavaldo, del terrore è l'Araldo,
Principe di Cobalto di cui fallisce ogni assalto;
di invalicabile acciaio è la sua gran stazza,
un inarrestabile mortaio spazza i viventi d'ogni razza;
Miete le sue vittime con la falce del macello,
frusta tutti gli uomini con il colpo del gran flagello;
Fracassa l'umano, massacra con furia di uragano,
esplode in rabbia di erompente vulcano;
Cola dalla bocca viva lava incandescente,
infiamma la carne con ira rovente,
e divora il corpo in fuoco ardente;
Nessuno può vivere se la collera lo assale,
nessuno può sfuggire alla sua morsa fatale;
serrata è la carne nella stretta del Dragone,
velenosi i denti, mille pungiglioni di scorpione; 
nel groviglio vermiglio infiamma il suo ardore,
lingue di fuoco lo attorcigliano in divampante fervore;
Prorompe in tuono, bufera, tormenta e saetta,
versa con castigo il calice amaro della sua vendetta;
Al suo avvento la luna è rosso sangue, il sole va in eclisse,
quando giunge il suo momento scatena una terribile Apocalisse;
Il suo passo pesante causa tremendo un violento terremoto,
con voce tuonante scatena in crescendo un enorme maremoto;
Tutti muoiono di paura al solo sentire il suo urlo stridente,
Iddio Supremo di tutti i mari dalla furiosa Ira Onnipotente!

-X-

Ascoltatelo, isole lontane,
anche voi, fredde nazioni tramontane;
Oltre il settentrione ignoto rieccheggia potente il suo clamore,
oltre l'australe remoto odi ancora il suo tremendo fragore;
Gela il sangue il suo canto ruggente e vibrante nel vento,
è uno strepito roboante che diverrà il tuo grande tormento;
È un boato assordante che porta il terrore a chiunque lo senta,
chi lo ascolta sa che ogni sua speranza è oramai spenta!
Sorge dal nero fondo degli oceani inviolati,
gorgoglia il mare agitato alla sua presenza;
Ribollono turbolenti gli abissi come calderoni adirati,
le onde si ritirano all'insorgere della sua Potenza.
Le Tenebre lo circondano quando si desta,
lo segue e precede la tremenda tempesta;
Durante la rovina lo fiancheggiano i più potenti tifoni,
nell'ora della carneficina a Lui si inchinano perfino i cicloni;
Quando arriva impazza la burrasca,
annuncia il mostro maestoso e imponente;
Nello scempio tutto distrugge e tutto devasta,
fino a che non viene placata la sua ira furente.
Scuoia le carni l'indemoniato Serpente,
sgozza e squarcia dilaniando ogni vivente;
brutale e implacabile le sue prede avventa,
sferza e sventra in maniera cruenta,
la sua collera aumenta, sempre più violenta,
l'ira lo alimenta, la sua follia spaventa,
con furia tormenta e nella foga ti annienta;
Con sevizia funesta spacca la testa,
frattaglia le resta, le ventraglie calpesta,
delle viscere fa festa e niente lo arresta!
Macella i corpi, moltiplica i morti,
fa dei suoi nemici una distesa di aborti;
Ricopre il mare come manto scarlatto,
ci sguazza dentro con esplosivo impatto;
Scorre il sangue, rifulge brillante,
se ne inebria come fosse vino fragrante.
l mari abitati li riduce ad un vasto deserto,
tutti i popoli vengono presi da un grande sconcerto;
Cadono le folle in panico con gran terrore del suo aspetto,
in brividi e gran tremore crollano tutti al suo cospetto;
Soggiace ai suoi piedi anche il più grande titano,
nessuno può contendere colui che ha per nome il Leviatano!

-XI-

Il Leviathan, serpente tortuoso,
il Leviathan, serpente guizzante,
il Leviathan, orrore mostruoso,
belva terrificante, più dura del diamante;
Arriva con temporali, rimbombi di tempeste scatenate,
con tuono, frastuono e demoniaco fuoco divoratore;
Combatte le schiere armate, abbatte le fiere alate,
e sopra ogni potenza il Leviathan erge Imperatore;
Nessuno può opporre al Leviathan resistenza,
porta al suo arrivo fame, degrado, miseria e malattia;
dove passa il Leviathan cessa l'esistenza,
governa al suo seguito Morte, Guerra, Pestilenza e Carestia;
 in tenebre, oscurità e fuligine minaccioso incombe,
basta il suo passaggio e si scatena un'ecatombe;
Basta la sua esistenza e rende ogni giorno infausto,
solo la sua fiamma scatena uno spaventoso olocausto;
 E' sempre più imminente il Giorno del Leviathan,
è vicino, travolgente e avanza nell'oscurità;
Scuote e percuote monti, foreste e intere civiltà,
e di ciò che un tempo era dopo di Lui mai più sarà;
Quel giorno sarà pieno di dolore e afflizione,
colmo di squallore e desolazione,
giorno di orrore e disperazione;
Sarà giorno di tenebra e non di luce,
il terribile giorno del gran demone truce.
Attento al Leviathan, appare in un lampo,
se giunge il Leviathan, non hai ormai più scampo;
Lo fissano gli uomini con enorme sgomento,
trema il mondo intero per l'immenso spavento;
Egli è il portatore di ogni sciagura,
la sua venuta è il peggior presagio di sventura;
Riduce in desolazione le lande l'Aberrante Abominio,
la distruzione espande, perchè la sua Legge è lo sterminio;
Non sa il Leviathan cosa sia il perdono,
per questo riduce la terra ad un desolato abbandono;
Il piacere della sadica violenza è il suo tornaconto,
l'Eroe che lo imbatte, troppo tardi se ne pente;
Tutto ciò che compie dall'alba al tramonto,
è infatti quello di far morire la gente!
Il destino di ogni mortale è in suo volere,
persino l'ultimo loro scoccare fatale è in suo potere;
Provare a vincerlo nello scontro è impresa impossibile,
equivale ad andare incontro a una fine irreversibile.
Ubbidisce al Leviathan ogni singola nazione,
Tramortisce i popoli prostranti in terrorizzata adorazione;
Al Leviathan volgerà lo sguardo ogni occhio,
in lacrime e stridor di denti imploreranno pietà in ginocchio,
i regni dei cieli, gli imperi della terra e persino gli inferi sotto terra,
all'ultimo nero Signore, all'unico vero Vincitore di ogni guerra;
al coronato di gran gloria, con lo scettro potente di vittoria,
che trionfando nell'eternità resterà sempre il più forte,
che l'intero universo renderà servizio come sua corte,
a colui che ha sconfitto per sempre anche la stessa morte.
Il Leviathan è la Bestia che nessuno è mai riuscito a domare,
è il Grande Drago che dimora negli abissi del mare.






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